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Ruth Deutschmann

Benjamin Epp

Galtür

2008-08-22

Sylvia Manning-Baumgartner

Nicole D´Incecco

1955

Il turismo - sì, cambia molto. Si deve essere molto - come posso dirlo? - spesso si deve essere molto perseveranti. Per via del corso umano della vita c`è - le famiglie si mischiano un pò, arrivano lavoratori, rimangono, si sposano. Altri vanno via. Spesso non sono i peggiori, che devono andare via dalla valle. Nella mia generazione fu così: Eravamo sette figli, e a mio padre bastava, che il più grande potesse frequentare una scuola superiore, un liceo. E gli altri dovevano cercare di arrangiarsi. Oggi è diverso, oggi tutti possono avere ogni tipo di formazione. Ma poi purtroppo vanno via, quando cominciano a lavorare. Non ci serve più d`un medico, un prete, un insegnante e forse tre gendarmi. Non servono più laureati nel paese. E poi capita, che ci si deve aiutare da soli. E sì - e la società però è sottoposta ad un cambiamento. Da nativi si deve stare molto - molto attenti e essere molto tolleranti. Non è tutto male, quello che viene da fuori. Questo non si lo si può dire. Si deve tenere il passo coi tempi e soprattutto avere anche comprensione per lo sviluppo tecnico. Ma nell`insieme siamo contenti, che noi - almeno lo crediamo - possiamo vivere nel posto più bello del mondo intero. Sì, lo sviluppo del turismo da una parte non può essere influenzato, ma per una grande parte lo possiamo sì influenzare. C`è un buon vecchio detto di mio padre, che diceva: „L`ospite è buono quanto l`ospitante." Se siamo bravi come ospitanti, se con il nostro ambiente, con la nostra natura meravigliosa, con le nostre montagne, la nostra neve, il nostro comportamento da ospitante ci posizioniamo adeguatamente, avremo sempre una buona richiesta. Non ho dubbi. Nonostante il turismo nei luoghi distanti ecc.